COMUNICATO SINDACALE SMART P@PER: UNA SCATOLA VUOTA DA RIEMPIRE

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COMUNICATO SINDACALE SMART P@PER: UNA SCATOLA VUOTA DA RIEMPIRE

Il 3 ottobre, probabilmente, si terrà un nuovo incontro con Smart Paper; incontro che era previsto per il 19 settembre al fine di “riprendere” il filo di un confronto sindacale che sicuramente deve intraprendere nuove strade.

Il problema non è la richiesta di posticipo dell’incontro comunicataci da Smart Paper, sicuramente dettata da motivazioni valide, ma il problema vero è la “scatola vuota” che avvertiamo negli ultimi anni. Sì, una scatola vuota, in cui il senso innovativo della “prima esperienza Smart”, ovvero quello di creare un senso di appartenenza o meglio di comunità, cosi ci è stato spiegato da sempre, è un lontano ricordo.

Sì, un ricordo, per effetto di molteplici cause che stanno determinando l’idea comune di una azienda che in passato ha dimostrato con i fatti forte radicamento e forte attaccamento ai propri lavoratori, anche attraverso scelte innovative a partire dagli screening, dall’asilo e da altre cose che davvero connotavano la Smart come azienda in cui i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori e le loro esigenze erano davvero patrimonio comune. La pandemia ha sicuramente influito notevolmente nel cambiare questo paradigma… lo spazio, il tempo hanno trovato risposte diverse che hanno sicuramente influito negativamente almeno nella relazione tra lavoratori ed azienda.

La disdetta del contratto aziendale purtroppo ha coinciso con i tempi più bui della Smart non solo a causa del covid ma anche nel nuovo modo di agire sempre più modellato sull’idea arcaica di azienda il cui obiettivo è quello di crescere ed accrescere “semplicemente” nel proprio conto economico.

Certamente le aziende vivono di questo ma Smart aveva dimostrato, nel tempo e con il tempo, che si potevano fare cose diverse modellandosi a nuove strategie che oggi davvero si fa fatica ad intravedere. Dal 2020 ad oggi è cambiato tanto, tutto e forse in maniera troppo veloce: dalla presenza allo smart working, dalla Smart Paper ad Indra, dagli amministratori all’amministratore delegato.

Questi cambiamenti hanno determinato una crescita esponenziale relativamente alla produttività perché lo smart working è stato connotato e strutturato per crescere nei volumi, e ciò lo auspichiamo altrimenti cosi facendo nei prossimi anni potremmo parlare anche di altro.

La Smart, nel tempo e con il tempo, si è dipinta di nuovi colori, sempre più ispanici, di un piano industriale che prevedeva crescita economica, nuove assunzioni e dunque nuove opportunità. Tutti noi abbiamo salutato in maniera positiva il nuovo piano industriale e soprattutto abbiamo chiesto all’AD Garcia di essere parte integrante di questa nuova fase.

Da allora tutto si è spento, ci si è concentrati a spiegare ai lavoratori le regole contrattuali a partire dalle pause che dovevano essere tolte in quanto non più lavoratori turnisti, dalle UPE, dal tempo, all’obiettivo, allo smart working ecc.. In realtà forse abbiamo perso tutti la strada maestra che dobbiamo necessariamente riprendere.

Il problema vero è tutto ciò: come si riprende a colorare la Smart con colori diversi, probabilmente più vivaci e che soprattutto creano lucentezza, non per i singoli ma per l’intera comunità? Non è il singolo il problema, è invece la scatola vuota che qualcuno ha pensato di porre sul tavolo. Tante sono state le richieste aziendali relativamente al nuovo strumento di lavoro: obiettivo, UPE, tempo ed efficienza; ma al contempo tanti sono però i punti interrogativi ai quali vorremmo che gli amministratori delegati od il Sig. Garcia rispondessero.

Ma vi sembra normale ad esempio che il monitoraggio dell’obiettivo si interrompa magicamente al raggiungimento del 100%? Ed il resto? Ma vi sembra normale che non c’è nessun contributo da parte aziendale relativamente alle spese ad esempio energetiche o per strumenti di lavoro sostenute dai lavoratori, visti i tempi, sia per quelli in presenza che in smart working?

Immaginiamo che qualche costo prepandemico, risparmiato anche per effetto dello smart working, possa essere ridistribuito ai lavoratori. Ma vi sembra normale che i lavoratori non abbiano un premio di produzione legato alla vostra bandiera: l’obiettivo?   Ma vi sembra normale che il CCNL Metalmeccanico vi chiedeva entro il 31 maggio 2021, e oggi ve lo chiediamo noi, che i lavoratori impiegati laureati e diplomati possano e debbano essere inquadrati semmai in maniera diversa? Ma vi sembra normale che i lavoratori “scarichi di attività”, per poter rientrare nel famoso obiettivo, devono utilizzare permessi propri cosi da evitare “il rientro in sede”? Lo smart working non è solo questo, non è uno pseudo ricatto ma dovrebbe essere una opportunità per tutti.

Dunque in definitiva, ma vi sembra normale presentarci sempre una scatola vuota? Sarebbe auspicabile che il 3 ottobre ci sia tutta la Smart ad ascoltarci perché crediamo che ancora oggi ci sia lo spazio per poter rispondere alle giuste sollecitazioni che arrivano dalle lavoratrici e dai lavoratori della Smart. Queste poche righe non rappresentano il solito comunicato sindacale e non vogliono essere tali…Ma vorremmo, sia come Organizzazioni Sindacali, come RSU, e soprattutto come lavoratrici e lavoratori, un confronto vero, semmai anche pubblico, con gli amministratori di “ieri” e quello di “oggi” affinché lo spirito pioneristico della Smart di un tempo possa essere lo spirito rinnovato della Smart di domani.

Potenza, 20 settembre 2022

FIM UILM FISMIC

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